il corpo delle donne / sinergie

nell'ambito dell'esperienza corale Di FEMM[E]

Paola Romoli Venturi, performance WE, 2017, MACRO
Paola Romoli Venturi, performance WE, 2017, MACRO

 

Già dal primo affollatissimo appuntamento di FEMM[E] Per una ricerca sulla specificità - eventuale - dell'arte al femminile che si è svolto al Museo dell’Altro e dell'Altrove di Metropoliz, ho pensato che il mio apporto all'interessante progetto ideato e curato da Anna Maria Panzera e Veronica Montanino, poteva essere quello di farlo dialogare con “Il corpo delle donne”. È quest’ultimo un progetto-contenitore itinerante, (ora anche un libro il cui primo volume è stato editato a maggio scorso da Insideart), nato da una mia idea nel 2009 e in seguito arricchito di contributi e sinergie. Una sorta di laboratorio-ricerca concepito per indagare l’universo femminile e i suoi mutamenti, attraverso un focus sulla performance art, dove l'azione è intesa quale strumento per impegnarsi con la realtà sociale, confrontarsi con le specificità dello spazio e della politica dell'identità. Le artiste-performer finora coinvolte sono: Tiziana Cera Rosco, Laura Cionci, Claudia di Gangi, Francesca Fini, Eva Gerd, Silvia Giambrone, Tamar Hayduke, Jessica Iapino (con Elena Giulia Abbiatici), Chiara Mu, Ginevra Napoleoni, Egle Oddo, Valentina Parlato, Tiziana Pers, Francesca Romana Pinzari, Paola Romoli Venturi, Alice Schivardi, Silvia Stucky, Monalisa Tina, Jonida Xherri.                                                                                                               

La mia proposta alle curatrici di FEMM[E], all'interno di un'esperienza corale, consisteva nell'affiancare alle protagoniste degli incontri: qualificate studiose, esperte di vari settori e artiste -che si raccontavano con il linguaggio delle parole e delle immagini-, alcune performer de “Il corpo delle donne” che intervenivano, invece, con il linguaggio del corpo e delle emozioni offrendo una lettura altra della pratica artistica. Come sostiene l'antropologo Victor Turner, la connessione e comunicazione inter-corporale si configura come un processo privo di una rigida struttura narrativa. «La compresenza del performer e dell'astante, permette al primo di ricreare quelle condizioni relazionali “originarie” nella mente del secondo, con lo scopo di creare quello stato nel quale non vi è una gerarchia sociale e l'interazione avviene attraverso l'immediatezza intesa come l’essere l’uno con l’altro, un fluire dell’Io al Tu 1.»